Lo spazio si oppone alle onde elettromagnetiche, esercita un’azione antirisonante perchè lo stesso spazio è formato
da onde anche se di compressione. La possibilità di superare la velocità della luce è legata unicamente alla barriera ondulatoria dello spazio quantico. La forma d’onda della luce messa a confronto con la grandezza dell’atomo è almeno 100.000 volte più grande quindi è come un aereo che vola nell’aria le cui molecole sono molto più piccole. Come una barca che subisce l’attrito dell’acqua. La luce dunque come onda si impatte nello spazio in un muro di sabbia di onde.
La materia invece costituita da atomi ha la stessa grandezza dei quanti spaziali, quando si avvicina alla velocità della luce tende a subire la trasformazione in energia secondo la relatività di Einstein il trucco per non subire la disintegrazione sta solo nel portare la materia ad una condizione di risonanza tale da superare l’attrito delle onde quantiche.
Un pò come un aereo a reazione fa con l’onda sonora, lasciandosi alle spalle il suo stesso rumore. Come ho già spiegato negli altri articoli di questo blog la materia esiste come noi la conosciamo, in uno stato di equilibrio latente in uno stato cioè tra la tendenza ad implodere su se stessa e la tendenza ad esplodere verso l’espansione. Non si parla quì di una vera e propria esplosione ma la tendenza ad assumere una grandezza spaziale maggiore o al contrario minore di modo che la materia reale in equilibrio appaia grandissima o piccolissima in tutti e due i sistemi l’universo apparirebbe comunque nella sua reale dimensione. Il problema principale che mi ha sempre assillato in un potenziale viaggio iperluce è la difficoltà che avrebbe l’astronave in un incontro con asteroidi vaganti, una astronave invece che avesse la possibilità di espandersi o di contrarsi avrebbe possibilità di superare di molto la velocità della luce e la luce essendo nei confronti della materia centinaia di migliaia di volte più grande come onda resterebbe comunque visibile. Se questa teoria fosse giusta allora veramente Dio ha fatto l’universo per farlo visitare da tutti gli abitanti dei pianeti. Resta solo il dilemma di come ottenere queste energie di compressione o espansione, infondo siamo agli albori della conoscenza tecnologica cosa sarà fra trecento quattrocento anni a venire?
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