Profilo dell’autore

Vincenzo Stella nasce a Minturno il 20 luglio 1948   si diploma in chimica in dustriale nel 1969 al Leonardo da Vinci di Napoli. Lavora quattro anni a Milano nell’ industria tessile come capotecnico per la colorazione dei filati. Tre anni nel settore fosfatazione e vernici. Nel 1976 apre una radio libera a Minturno. Appassionato di musica apre  uno studio professionale di registrazione digitale, scrive tante poesie che definisce naif o radiofoniche pubblicate da Edizioni Albatros.  Accompagnate da basi musicali, molte sono trasformate in canzoni pop, potete ascoltarle o scaricarle. L’autore non scrive canzoni per vivere ma solo per passione ed arte. Se volete scaricare le sue canzoni andate su www.myspacemusic.com, oppure www.gruppostella.com settore musica cliccate Vincenzo Stella autore e troverete una raccolta di demo.

Imprenditore in costruzione impianti sportivi e produttore di resine per l’edilizia. www.gruppostella.com segue e si documenta sugli studi di Meccanica quantistica e fisica teorica. Crede molto nelle teorie di Newton e della fisica classica  standard. Trova la meccanica quantistica affascinate ma molto filosofica. Cercando di collegare i colori ad una forma cristallina di massa si accorge che il poliedro fondamentale primario della materia, quello cioè a quattro facce ha i sei lati a due a due perpenticolari, una forma geometrica tridimensionale dalle caratteristiche geodetiche. Questa forma si assembla quasi perfettemente formando un icosaedro a venti facce, da quì l’idea che le particelle si devono per forza assembl are in strutture sempre più complesse. Naturalmente  per assemblarsi devono per forza avere  cariche elettriche e magnetiche perpenticolari fra loro. Il poliedro a doppio dipolo diventa così il pixel fondamentale della materia. Ci vogliono quattro punti per formare il poliedro quindi sono quattro  le dimensioni ed il tempo resta assoluto per cui il tempo fa perdere tempo negli studi della meccanica quantistica. Difficile divulgare oggi nuove idee. Questo blog non pretende di essere dottrina ma semplicemente dimostrare che possono esistere altre vie per arrivare alle stelle in tempo accettabile. L’atomo  è circa 100.000 volte più piccolo dell’onda luminosa,  perchè dovrebbe fermarsi alla velocità della luce? Vogliamo tornare indietro alla velocità del suono, quando non si credeva di superarlo (almeno nell’aria)?  Il problema invece è la propulsione. L’autore affronta così varie ipotesi e idee originali per dare imput agli sperimentatori. La gravità diventa la forza unificatrice di tutto l’universo attraverso il meccanismo del doppio o triplo dipolo (il terzo forse gravitazionale). Oggi non si conosce una energia propulsiva superiore al fotone ma chi ci dice che l’atomo essendo massa bucherà le onde cosmiche, il problema è spingere la massa.

Sicuramente i neutrini saranno i propulsori delle navi spaziali del futuro, perchè non sono come i fotoni ma hanno solo massa e  inoltre non sono tanto pericolosi, come massa possono dare spinte progressive alla navicella spaziale che con l’aumento della velocità tende a rimpicciolire e rinforzare la struttura della  massa. Quindi una navicella con tutto il personale dovrebbe tendere a comprimersi insieme ad una curvatura spaziale simmetrica raggiungendo velocità anche dieci o  cento volte superiore alla velocità della luce. Non vi preoccupate della forza d’inerzia dei corpi umani perchè essi saranno immersi in un campo gravitazionale indipendente che scorre con la navicella.

Arriveremo su Alpha Centauri in uno o due mesi, noi però non ci saremo perchè per queste tecnologie dovremo aspettare forse 1.000 anni. Il tempo? non vi preoccupate

scorrerà normale ma nello spazio il corpo ne paga le conseguenze, sarà sempre più debole mentre la medicina risolverà altri problemi, nel futuro molto lontano vedo turisti stellari e turisti amarcord che si mischieranno a noi per visitare le nostre antiche città.

 

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OLTRE LA VELOCITA’ DELLA LUCE

Lo spazio si oppone alle onde elettromagnetiche, esercita un’azione antirisonante perchè lo stesso spazio è formato

da onde anche se di compressione. La possibilità di superare la velocità della luce è legata unicamente alla barriera ondulatoria dello spazio quantico. La forma d’onda della luce messa a confronto con la grandezza dell’atomo è almeno 100.000 volte più grande quindi è come un aereo che vola nell’aria le cui molecole sono molto più piccole. Come una barca che subisce l’attrito dell’acqua. La luce dunque come onda si impatte nello spazio in un muro di sabbia di onde.

La materia invece costituita da atomi ha la stessa grandezza dei quanti spaziali, quando si avvicina alla velocità della luce tende a subire la trasformazione in energia secondo la relatività di Einstein il trucco per non subire la disintegrazione sta solo nel portare la materia ad una condizione  di risonanza tale da superare l’attrito delle onde quantiche.

Un pò come un aereo a reazione fa con l’onda sonora, lasciandosi alle spalle il suo stesso rumore. Come ho già spiegato negli altri articoli di questo blog la materia esiste come noi la conosciamo, in uno stato di equilibrio latente in uno stato cioè tra la tendenza ad implodere su se stessa e la tendenza ad esplodere verso l’espansione. Non si parla quì di una vera e propria esplosione ma la tendenza ad assumere una grandezza spaziale maggiore o al contrario minore di modo che la materia reale in equilibrio appaia grandissima  o piccolissima in tutti e due i sistemi l’universo  apparirebbe comunque nella sua reale dimensione. Il problema principale che mi ha sempre assillato in un potenziale viaggio iperluce è la difficoltà che avrebbe l’astronave in un incontro con asteroidi vaganti, una astronave invece che avesse la possibilità di espandersi o di contrarsi avrebbe possibilità di superare di molto la velocità della luce e la luce essendo nei confronti della materia centinaia di migliaia di volte più grande come onda resterebbe comunque visibile. Se questa teoria fosse giusta allora veramente Dio ha fatto l’universo per farlo visitare da tutti gli abitanti dei pianeti. Resta solo il dilemma di come ottenere queste energie di compressione o espansione, infondo siamo agli albori della conoscenza tecnologica cosa sarà  fra trecento quattrocento anni a venire?

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BOSONE di “STELLA” E NUCLEONE secondo la teoria “Stella”

  1. Il Bosone è la massa oscura che non si riesce a localizzare, si presenta nelle interazioni degli acceleratori se ne teorizza la massa, ma non si riesce a localizzare. Certamente non si trova nello spazio vuoto, non si trova nei protoni ne tantomeno negli elettroni perchè questi sono stati accelerati e fatti scontrare. Nella teoria da me esposta per la stabilizzazione del nucleone dove ci sono protoni e neutroni, in crisi di stabilità e simmetria, ipotizzo che deve esistere al centro della sfera nucleonica un ulteriore piccola sfera che chiamo nucleotone. In realtà questo nucleotone è l’ultima onda quantica universale che agisce come riflessione all’onda di compressione. La sua forza di repulsione è molto forte e non si fa attraversare ne da protoni ne da elettroni ne da neutroni, i neutroni infatti sono l’unione di forze magnetiche ed elettriche positive e negative ma in equilibrio. Credo che i neutrini perforano questo spazio ma non so se vengono catturati.
    • Quando si forma un atomo il primo spazio che viene conquistato dalla materia è proprio il nucleotone, la sua grandezza di massa definisce la creazione del futuro atomo sia esso di idrogeno che di Uranio. In realtà questa massa proviene dal centro della stella che contiene solo massa pura ovvero bosonica. La stella con le sue continue esplosioni nucleari frantuma la massa pura del suo centro ed il gioco è fatto queste sabbie di varia grandezza occupano i nucleotoni dello spazio avviando un processo di equilibrio di massa e di grandezza nucleonica, per essere  più precisi, la grandezza della massa nucleotonica stabilisce poi il numero atomico.  Si creano così gli atomi che poi vengono espulsi nella  fuoriuscita delle grandi masse preposte alla formazione dei pianeti. Quindi per cercare il bosone bisogna bersagliare atomi piccoli esempio di idrogeno, elio, litio. La massa del bosone è uguale o leggermente superiore a quella dell’atomo che lo forma ovvero: la massa del bosone più la massa del nucleone più la massa degli elettroni uguale peso atomico. In realtà il bosone ( o nucleotone) é il carburante subatomico.

La massa del bosone dovrebbe occupare circa il 33%  della massa totale di qualsiasi atomo. Ad essere più preciso 1/3 di 3,14  mentre il peso dell’atomo vieneperchè il  rapporto col cerchio e con la sfera è matematico,  ed è coinvolto e responsabile del decadimento beta. Il bosone all’interno dell’atomo è parte integrante dello stesso, ma quando gli elementi dell’atomo sono estratti dall’atomo per essere accelerati, parlo dei neutroni, dei protoni o degli elettroni non sono più nutriti dal bosone ecco perchè negli acceleratori la massa matematica del bosone manca all’appello.

  • Quando il protone viene estratto dall’atomo si trascina dietro la frazione di massa bosonica che gli compete a questo punto però il protone si è ricomposto in una forma del tutto nuova, una forma allargata con lo stesso peso ma di alta energia.

 

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Simmetrie e supersimmetrie

Le teorie sulle simmetrie che ultimamente sembrano affacciarsi nella fisica delle particelle danno ragione alla teoria da me esposta del poliedro a doppio dipolo. Nell’infinitamente piccolo le particelle che iniziano ad assemblarsi proprio per il principio di indeterminazione si associano e si dispongono nello spazio, ma non possono assemblarsi in catenne massive molto lunghe come avviene con le molecole, perchè ho già spiegato che ogni particella tende ad implodere su se stessa e sullo spazio comune alle particelle vicine. In effetti questo principio è il contrario del principio di indeterminazione. Tutti e due i principi sono validi, ma se due particelle interagiscono e non permettono di essere osservate o misurate. Al contrario le particelle che implodono tendono a formare simmetrie nel rispetto di un raggio sferoidale fino a poche centinaia di poliedri fotonici, dopo l’assemblaggio diventa del tutto sferoidale fino alla formazione di protoni, neutroni ed elettroni. Negli acceleratori le alte energie di scontro dei fasci protonici, portano la massa alla sua frantumazione, tutte le particelle che si osservano sono i vari pezzi di massa che provengo dalla rottura delle simmetrie magnetoelettriche e siccome ci sono all’interno delle masse protoniche due forze elettriche positive e negative,  queste si dividono in masse caratterizzate dei cosiddetti quark. Le rotture poi sono sempre caratterizzate da forze caotiche e come tali producono particelle che ai fini di una utilità futura non hanno nassun interesse tecnologico immediato. Non ci si deve fossilizzare sulla catalogazione delle particelle, ogni massa è una struttura che possiamo immaginare cristallina, una pietra arenarica che si frantumerà sempre in sabbia dasertica ovvero fotoni. Si deve invece trovare il modo di accelerare gli ioni che contengono nucleoni leggeri tipo elio, litio, carbonio.  La ricerca del Bosone si può osservare solo al centro dell’atomo qualunque esso sia. Nelle stelle, i bosoni sono legati al nucleo centrale freddo, in effetti sono formati da massa pura assemblata. Piccoli innalzamenti di temperatura fanno staccare ulteriormente, pezzi di massa più grandi che per compressione spaziale vengono incapsulati nel primo quanto spaziale quello che definisco nucleotone.  Penso che la cosa più incredibile che un bosone possa fare è che piccola o grande che la massa sia, appena entra nello spazio nucleotonico lo curva e non permette ad altre masse di entrarvi. Il peso di questa massa dovrebbe essere  quasi uguale alla somma del nucleone più gli elettroni. La sua forza elettrica è terribilmente alternata e cede energia a tutto l’atomo.                        nucleotonico                 liberi ma appena occupano

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Massa e Curvatura spaziale

Secondo Einstein la massa fa curvare lo spazio ed ogni particella tende ad unirsi ad altre particelle come se poggiassero su di una rete invisibile creando dei buchi entro i quali le masse cadono, questa sarebbe la semplice spiegazione dell’attrazione gravitazionale e la stabilizzazione delle orbite dei pianeti. Sempre secondo la fisica ufficiale lo spazio é tendenzialmente piatto, mentre la massa tende a curvarlo e a fargli assumere una tridimensionalità. Poi legandosi al tempo forma  la quarta dimensione. Questa teoria é assurda per il semplice fatto che la massa curva una superfice piatta e dell’altro spazio non se ne tiene conto. Troppo difficile anche comprenderne il concetto. Lo stesso Heinstein diceva che un concetto se non può essere compreso da un bambino allora non può essere vero. Io non lo capisco da grande figuriamoci un bambino.

Questa curvatura si può sperimentare e provoca nel corpo umano e nel cervello uno stato di insonnia che a lungo andare porta a nevrosi. La scoperta è stata possibile perchè il lavoro mi portava spesso a dormire in alberghi diversi, luoghi diversi stanze diverse.

La forma delle stanze gioca un ruolo relativo, l’orientamento magnetico pure ma la cosa più importante è stato notare che è rilevante lo spessore dei muri e la densità della massa. La parete che stà dalla parte della testa non deve essere umida ne avere una densità superiore a quella di un muro divisorio, di forati in cotto e relativo intonaco altrimenti si dorme poco. Se comunque vi girate e dormite con la testa al centro della stanza dormirete tranquilli, riposando a meraviglia. Vi sentirete più allegri al limite dell’incoscienza e affronterete il lavoro con più serenità provate e mi darete ragione. La spiegazione è che i muri spessi esercitano un’azione restringente sulle onde cerebrali che non potendo decodificare i problemi biologici del corpo umano subiscono un’impennata reattiva accelerando i battiti cardiaci.

universi adiacenti

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UNITA’ FONDAMENTALE DELLA MATERIA

In primo piano

Premesso ciò e ritornando ai computer, se possiamo fare un paragone la fisica attuale  elabora i dati su una superficie espressa in pixel, invece la fisica del futuro vuole una elaborazione di tipo tridimensionale. O meglio quadridimensionale ( senza il tempo). Abbiamo già detto che il tempo come entità fisica non esiste e lo spazio ha quattro dimensioni. Continua leggere

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PREMESSA

In primo piano

La stesura di questa teoria è stata descritta servendosi della logica geometrica anziché di quella matematica. Un po’ come si fa in chimica prima l’analisi qualitativa e poi quella quantitativa. E’ difficile provare la sua validità, la sperimentazione a livelli di scala così bassi è un’impresa assurda, non esistono macchine capaci di misurare la materia allo stato  puro, prima cioè che diventasse fotone.

La teoria tuttavia segue la logica della geometria anziché quella matematica. Un po’ come si fa nel laboratorio di chimica quando,  nel cercare il nome dell’elemento si adoperano diversi reattivi ad intuito o a probabilità. La linea geometrica permette di ottenere figure, visibili composizioni tridimensionali variegate, fino a costruire probabili particelle tipo, come fotoni, neutrini. Particelle fondamentali,  per la costruzione di elettroni quark protoni e neutroni. Bisogna tener presente che il fotone (se avesse veramente massa), sarebbe l’unità di misura della materia ma la sua onda  di luce è centinaia di migliaia di volte più grande di un atomo. E’ un paradosso che non spiega l’ambivalenza materia-onda. La materia fotonica deve avere una valenza vibrazionale di tipo espansiva, cioè appena si stacca dalla collocazione massiva si espande alla velocità della luce e s’ingrandisce al quadrato della luce guadagnando circa 25 zeri ma trasformandosi in onda secondo la formula di Heinstein E=mc2.

Purtroppo non si sa se un’onda elettromagnetica così generata possa ritornare ad essere in futuro ancora materia in una fase di big crounc.

Molti argomenti presi da diverse angolazioni  saranno ripetuti  perché a partire dalla materia pura del Big bang la massa passa in modo graduale a formare le stelle, le radiazioni, le particelle, i quark, i gluoni, gli elettroni, i protoni, i neutroni, gli atomi, infine tutti gli elementi chimici  e finalmente i Pianeti.

La vita avviene in modo casuale ma è scritta nella forma della materia che vibrando detta le regole del DNA.

La teoria che qui appresso si descrive in realtà sostiene la presenza di un fotone ambivalente a doppio dipolo uno magnetico ed uno elettrico nella forma poliedrica più discussa  del mondo: il poliedro triangolare a quattro facce, quello della geometria euclidea della scuola Pitagorica. In questa forma la scuola Pitagorica vedeva la sublimazione  di tutte le arti, il pilastro fondamentale per lo sviluppo di tutte le scienze, prima fra tutte la geometria. Tre lati per triangolo, quattro facce, sei lati. Una combinazione dei numeri   3 – 4 – 6 che si ritrovano nel campo della scienza in modo incisivo, basta pensare ai tre colori che danno insieme ai relativi sei colori fondamentali. Il cubo con sei facce e 12 lati, la musica con sei note fondamentali e sei semitoni, i suoi accordi con un minimo di tre note, la sfasatura armonica tre + quattro per ottenere sette note.  Sistema questo che ha permesso l’elaborazioni degli accordi altrimenti impossibili in un sistema simmetrico (tipo i tasti del pianoforte. Con la somma 1+2+3+4 si ottiene il 10.

Ma torniamo al nostro doppio dipolo eccolo:

PREMESSA

Questa forma ha  stabilità di forma sia nello spazio che nelle costruzioni geodetiche. La potenzialità di assemblarsi con tanti  pezzi uguali e formare   un icosaedro, formando così una prima bozza di  sfera. Questa forma inoltre è la prima forma geometrica ad occupare lo spazio e a dare la possibilità alla mente di concepire il concetto di massa.

 

E’ proprio per questo che la massa  si differenzia dallo spazio,  l’una disordinata nel suo principio geometrico, e l’altra (lo spazio) concettualmente ordinato con sei direzioni fondamentali. Se le linee di giunzione dei quattro punti del poliedro, cioè  i lati, avessero la caratteristica delle famose stringhe già teorizzate avremmo un poliedro elastico col potere di accumulare energia per la spinta propulsiva fotonica.  Un vago tentativo di sposare le due teorie. Una sola cosa le disaccorda: il tempo, perché la teoria delle stringhe sembra essere nata proprio per cavalcare il tempo in avanti e indietro.

Quando Heinstein descrisse la famosa curvatura dello sazio non intendeva inserire il tempo, ma qualcuno ha voluto teorizzare la meccanica quantistica ed allora tempo e spazio hanno creato ragionamenti filosofici. Beninteso non ce l’ho con la meccanica quantistica ma il tempo ha creato tanta confusione.

 

L’uomo ha una voglia spasmodica di ingannare il tempo, trovare scorciatoie temporali per viaggiare nello spazio e raggiungere le stelle.

Il fine che Dio ha dato all’uomo è quello di ammirare l’universo, conoscerlo ed anche esplorarlo  ma senza per questo sacrificare la sua vita in viaggi senza fine. Che senso ha inviare un’astronave ad esplorare la nostra galassia se poi non possiamo conoscere il risultato della missione?

Con questo voglio dire che l’uomo deve puntare sulla velocità iperluce e non deve perdere tempo col tempo a studiare il modo per ingannarlo, bisogna  trovare invece una scorciatoia spaziale. Einstein ha teorizzato la curvatura dello spazio per giustificare la stabilità dei pianeti. Il solo obiettivo che l’uomo deve avere è quello del superamento della velocità della luce. Il muro di trecentomila km al secondo che il fotone subisce è solo un inganno  matematico, evidentemente la formula vale solo per le onde elettromagnetiche che per risonanza impattano le onde quantiche frenando la loro corsa. La massa invece viaggia in modo lineare, contraendosi.  La formula con cui Einstein teorizza l’impossibilità di superare la velocità della luce può valere per il fotone elettromagnetico ma non per la sua massa o le particelle più grandi. E’ possibile che con l’aumentare della velocità la massa si contrae e se la stabilità molecolare degli oggetti o della futura navicella spaziale reggerà la compressione allora aumenterà anche la forza di coesione molecolare e se ancora si otterranno rimpicciolimenti spinti, non faranno più paura ne asteroidi ne comete ne pianeti perché saranno attraversati e perforati come burro. Se invece questo non sarà possibile allora il problema più grande semmai si superasse la velocità della luce è rappresentato dalla impossibilità di avvistare ostacoli nello spazio davanti alla astronave. L’iperspazio sarebbe troppo buio o troppo luminoso per essere osservato, comunque è roba da fiction una sorta di spazio parallelo senza materia.  Dunque gli scienziati dovrebbero capire che prima di parlare di velocità super luce bisogna trovare un modo più veloce di comunicare.

      Il campo gravitazionale per esempio sembra istantaneo come mezzo di comunicazione ma non si conosce il modo di modularlo e per usarlo. Bisogna costruire una  macchina a modulazione gravitazionale e ascoltare l’universo. Dopo, possiamo pensare a costruire macchine a velocità superluce  o macchine  per  comprimere la materia. Preferisco vaneggiare in questo senso che parlare di spazi temporali.

Nella fisica si cerca una teoria che unifichi le quattro forze dell’atomo e cioè:

A)  La forza  elettrica degli elettroni

B)  La forza debole delle particelle più piccole

C)  La forza forte dei protoni

D)  La forza gravitazionale.

Le prime tre sono state spiegate e collocate, non si riesce a collocare invece la forza  gravitazionale  perché essendo molto debole non si capisce la sua funzione di interazione all’interno dell’atomo.

            La prima cosa da fare è eliminare il concetto, che i quanti sono livelli energetici costruiti dagli stessi elettroni col ragionamento della meccanica quantistica e le funzioni matematiche di Richard Feynman.

La seconda è unificare il concetto che all’interno dell’atomo, di qualsiasi atomo vi è un campo elettrico e un campo magnetico mentre il campo gravitazionale è tipico di ogni particella di massa ed ha solo la caratteristica che è sommabile a tutte le particelle dell’atomo  e non è influenzabile dai campi elettrici e magnetici. Le onde di compressione universali trattengono la massa all’interno dei quanti (quelli chimici) costruendo l’atomo. Il nucleotone al centro esatto nell’anonimato più assoluto cede i pezzi di ricambio ai quark ai protoni ai neutroni. Cosi che fasci di energia di materia densa ristabilizzano gli elementi chimici. Forse il nucleotone è proprio il bosone di Higgs

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La scienza degli ultimi secoli ha deviato per errore o per superficialità un concetto fondamentale della geometria tridimensionale. Secondo il modello della fisica scolastica,  per tridimensionalità si intende l’osservazione  spaziale di un campo con l’aiuto di tre rette passanti per un punto e posizionate ad angolo retto l’una dalle altre.

Questo perché lo studio della geometria degli assi cartesiani  e della trigonometria ha coinvolto la matematica, allontanando  dalla mente la realtà spaziale pura: i solidi geometrici.

Con questo non si rinnegano gli  studi matematici da essi derivati. Ma  la perdita del concetto fondamentale della dimensione o delle dimensioni. Se tre rette passanti per un punto formano tre dimensioni allora infinite rette formano infinite dimensioni. Invece il concetto dimensionale è legato all’occupazione dello spazio,  ci vogliono quattro punti per occupare uno spazio.

Questo vale anche per la massa o per la più piccola particella che io credo sia il fotone.

Il poliedro triangolare rappresenta la prima forma spaziale.

La sua forma rende l’idea della massa,  ovvero della materia che occupa uno spazio definito.   La tridimensionalità che oggi riempie i libri di scuola è la profondità di campo, cioè la necessità del disegnatore di ottenere un effetto di campo spaziale ed una visione da due punti di vista.  Si dice che una retta  ha una dimensione, una superficie  due dimensioni e un solido  tre dimensioni. In sintesi una retta per una dimensione, due rette per la seconda dimensione e tre rette per tre dimensioni.

Un concetto anche veritiero ma non spiega la struttura dimensionale perché tre rette che passano per un punto o partono da un punto hanno un’origine ben definita e vanno all’infinito non incontrandosi mai e non occupano mai una dimensione semmai sono solo una dimensione per volta e possono essere infinite.

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      Il concetto che vorrei trasmettere è che ogni dimensione occupa una parte dello spazio.   Una dimensione sola si può ottenere con un punto definito, questo punto non è infinito nel microcosmo ma definito nel punto stesso oltre il quale non esiste altro spazio. Se questo concetto non fosse vero allora nemmeno il big bang non è mai avvenuto e la stessa materia che conosciamo non aveva bisogno di occupare questo mondo perché nell’infinitamente piccolo ci stava comunque larga.

Non aveva cioè il bisogno di esplodere per espandersi.

Prima di leggere a fondo questa nuova teoria dovete tener presente che le dimensioni sono quattro: Un punto una dimensione, due punti una distanza, tre punti una superficie con tre distanze,  quattro punti quattro dimensioni con sei distanze.  Nel poliedro così ottenuto, si muovono i punti del solido ottenuto che avrà uno spazio da dominare e da occupare. Il poliedro come massa può stare lì fermo per miliardi di anni ma non sarà mai influenzato dal tempo, perché il tempo non è una entità fisica ma  una derivata della materia nello spostamento spaziale.

Il tempo entra in gioco non appena si considera una seconda particella o un secondo poliedro.

Una particella da sola tende ad implodere su se stessa quasi non sopportasse l’idea della solitudine ma in presenza di un’altra particella vuole implodere con essa.

Si ha così l’idea del tempo, – quanto impiegherà la particella ad unirsi?- La distanza quindi è la dominante del tempo, se non ci fosse la materia che si muove, il tempo non avrebbe senso. Con una sola particella quadridimensionale il tempo dunque non ha senso e non ha concetto, ma appena appare una seconda particella ecco che il tempo diventa una necessità e una deduzione ma non  ci sono parametri comparativi ed il tempo non prende forma. Solo un concetto di paragone potrebbe far nasce il concetto di tempo. Immaginiamo allora tre particelle nello spazio, abbiamo dato per scontato che le particelle tendono ad implodere su se stesse e in direzione delle altre particelle. Se una particella si unirà prima della seconda alla terza particella allora la seconda particella può pensare di essere arrivata in ritardo. Colpa del tempo,  della velocità o delle distanze diverse? Credete che variando il tempo si può modificare l’evento? Ho i miei giusti dubbi.

Mentre invece l’unico modo per cambiare l’evento è modificare la velocità di una delle particelle e l’evento può essere cambiato. Agire sullo spazio significherebbe non influenzare il rapporto delle tre particelle  a meno che Heinstein curvasse lo spazio da un’altra parte. Curvare lo spazio significa però posizionare un’altra particella ed inficiare l’esempio considerato.

Da questa analisi si deduce che la velocità è l’unica via da seguire, il tempo è solo un concetto virtuale.

Il tempo è immutabile ma si può ingannare con la velocità, e solo la velocità può dominare lo spazio e il tempo. Ma lo spazio è a sua volta dominato da un’onda tridimensionale cosmica che lo comprime e lo decomprime violentemente la cui frequenza genera i quanti sferici che in seguito saranno occupati dagli elettroni.

Questo avverrà  dopo, come spiegherò con la fusione nucleare, nelle stelle. La forza gravitazionale ha una sequenza matematica logaritmica, aumenta sommandosi e sommandosi si contrae, fino a creare buchi neri, freddi e compatti.

I buchi neri sono  pile energetiche in versione meccanica caricate a molla dalla gravità,  se raggiungono una grandissima massa e una grandissima densità esplodono e ridanno indietro l’energia che hanno accumulato. Il solo caso conosciuto è quello del Big bang del nostro universo. Ma ciò non toglie che le galassie non siano esempi di big bang in versione piccolina.             

BUONA LETTURA.

 

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